I molti paladini dell’utilità vorrebbero oggi asservire la filosofia agli scopi della Tecnica: rendendola ancella delle discipline tecnico-scientifiche. Le moine che vengono fatte alla filosofia per renderla “utile” ma solo a patto che accetti di essere subalterna, secondo i casi, alla psicoanalisi o alla tecnica, sono polpette avvelenate. La filosofia mantiene, e sono convinto che oggi debba più che mai rivendicare, la sua piena autonomia, ma può ritrovarla solo se rifiuta di farsi lusingare. Se ha il coraggio e la forza di rivendicare la propria inutilità. In-utile significa anzitutto che non deve rappresentare una stampella e non deve attendere alcuna patente di legittimità, pena smettere di essere filosofia, ossia, ora e sempre, l’interrogarsi criticamente, senza esiti prestabiliti e senza inchini deferenti, sulla realtà nel suo divenire.
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