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Il mito dell'innovazione didattica nell'era dell'infodemia




Un elemento cardine, e fortemente inquinante, della narrativa allestita per distruggere la scuola pubblica è l'idea che la grande disponibilità di "risorse" e di tecnologia sia la chiave di volta della didattica.


La qualità della didattica non ha a che vedere con la quantità delle risorse disponibili. Se fosse così saremmo a cavallo, perché indubbiamente nessun'altra epoca passata ha avuto una disponibilità di informazioni pari all'epoca attuale. Eppure, il massimo di disponibilità e accesso alle informazioni e alle osannate "risorse" coincide con il minimo della scuola pubblica colonizzata dalle logiche mercantili. E quindi?


Le risorse non mancano. Nell'epoca dell'infodemia figuriamoci se mancano le risorse! Il cuore della questione è, piuttosto, il venir meno della funzione culturale complessiva delle agenzie di formazione, distrutta dalle logiche di mercato. E che, senza paradosso ma proprio in virtù del carattere del nuovo ordine digitale, si accompagna ad un eccesso ipertrofico, non ad una carenza, di informazioni.


[fonte immagine: google]


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