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Sicuramente maggiore per statura, e ci vuole pochissimo, di gran parte del ceto politico che lo ha voluto ancora al Quirinale, Mattarella, ma non gigante; mite garante, ma pur sempre garante, dell'ordine neoliberale, atlantista, tecnocratico ed euroentrico. Meglio raccontata come: l'unità nazionale. Celebrato come eroe nazionale, avrebbe potuto rendersi indisponibile.
Non era mai successo fino a Napolitano, poi è successo per due volte di seguito, i due bis sono consecutivi. Il Mattarella bis, l'unico esito realisticamente ipotizzabile, a mio avviso, insieme a Draghi al Quirinale. Di certo non perché fosse il solo possibile. E, credo, con un significato a conti fatti non molto diverso, con la differenza che nel caso di Draghi ci si sarebbe dovuti dare la pena di trovare un draghiano o una draghiana di ferro per palazzo Chigi. In effetti, anche troppa fatica.
Scacco della politica. Involuzione semi-presidenziale. Egemonia della tecno-finanza. Strapotere dei mercati. Perifericità dell'Italia. Gli applausi sono la rappresentazione plastica dell'ipocrisia, non diversa da quella che accompagnò la rielezione di Napolitano. I discorsi non mi incantano e non mi interessano, perché arrivati a questo punto valgono molto meno della cornice che li ingessa.
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