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La menzogna dell'innocenza statunitense

Chris Hedges | ScheerPost

23 marzo 2022

Propongo, nella mia traduzione, alcuni passaggi di un articolo di C. Hedges, che mi sembra colga esattamente il punto (ppc)


L’etichetta di criminale di guerra affibbiata a Vladimir Putin da Joe Biden, il quale esercitò pressioni per la guerra in Iraq e ha fermamente sostenuto vent'anni di carneficina in Medio Oriente, è un ulteriore esempio dell'atteggiamento di ipocrisia morale che sta dilagando negli Stati Uniti. Non è chiaro in che modo Putin potrebbe essere processato per crimini di guerra dal momento che la Russia, come gli Stati Uniti, non riconosce la giurisdizione della Corte penale internazionale dell'Aia. Ma il punto non è la giustizia. Uomini politici come Biden, che non si assumono la responsabilità dei nostri ben documentati crimini di guerra, ingrossano le loro credenziali morali demonizzando gli avversari. Sanno che la probabilità che Putin affronti la giustizia è pari a zero. E sanno che la probabilità che loro affrontino la giustizia è la stessa.

Sappiamo chi sono i nostri più recenti criminali di guerra: George W. Bush, Dick Cheney, Donald Rumsfeld, il generale Ricardo Sanchez, l'ex direttore della CIA George Tenet, l’ex procuratore generale Gen. Jay Bybee, l’ex procuratore generale del dipartimento Gen. John Yoo, che ha definito il quadro giuridico per l’autorizzazione della tortura; i piloti di elicotteri che hanno ucciso a colpi di arma da fuoco i civili, compresi due giornalisti della Reuters, nel video “Collateral Murder” diffuso da WikiLeaks. Abbiamo le prove dei crimini che hanno commesso.

Ciononostante, al pari della la Russia di Putin, ad essere messi a tacere e perseguiti sono coloro che denunciano questi crimini. Pur non essendo cittadino statunitense, e sebbene il suo sito WikiLeaks non costituisca una pubblicazione con sede negli Stati Uniti, Julian Assange è stato accusato ai sensi della legge sullo spionaggio degli Stati Uniti, per aver reso pubblici numerosi crimini di guerra statunitensi. Assange, attualmente detenuto in un carcere di massima sicurezza a Londra, sta combattendo una battaglia persa davanti ai tribunali britannici per bloccare la sua estradizione negli Stati Uniti, dove rischia 175 anni di carcere. Una serie di regole per la Russia, un serie di regole diverse per gli Stati Uniti. Il fatto che versi lacrime di coccodrillo per i media russi, pesantemente censurati da Putin, mentre si disinteressa della difficile situazione del più importante giornalista della nostra generazione, la dice lunga su quanto la classe dirigente abbia a cuore la libertà di espressione e la verità.

Se chiediamo giustizia per gli ucraini, come dobbiamo fare, dovremmo chiedere giustizia anche per il milione di persone uccise - 400.000 delle quali non belligeranti - dalle nostre invasioni, occupazioni e raid aerei in Iraq, Afghanistan, Siria, Yemen e Pakistan. Dobbiamo chiedere giustizia per coloro che sono stati feriti, si sono ammalati o sono morti perché abbiamo distrutto ospedali e infrastrutture. Dobbiamo chiedere giustizia per le migliaia di soldati e marines che sono stati uccisi, e molti altri ancora che sono stati feriti e vivono con disabilità permanenti, in guerre scatenate e sostenute sulla base di menzogne. Dobbiamo chiedere giustizia per i 38 milioni di sfollati o e profughi in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Yemen, Somalia, Filippine, Libia e Siria, un numero che, secondo il Watson Institute for International & Public Affairs della Brown University, supera il totale di tutti gli sfollati in tutte le guerre combattute a partire dal 1900, fatta salva la Seconda guerra mondiale. A causa dei nostri crimini di guerra,

decine di milioni di persone, che non avevano alcun legame con gli attacchi dell'11 settembre, sono state uccise, ferite, hanno perso la casa e hanno visto le loro vite e le loro famiglie distrutte. Chi si indigna per loro?

Ogni tentativo di riconoscere le responsabilità dei nostri criminali di guerra è stato respinto dal Congresso, dai tribunali, dai mezzi di informazione e dai due partiti politici al potere. (…)

Questa ipocrisia collettiva, basata sulle bugie che ci raccontiamo su noi stessi, si accompagna a massicce forniture di armi all’Ucraina. Alimentare le guerre per procura era una specialità della Guerra Fredda. Siamo tornati allo stesso copione. Se gli ucraini sono eroici combattenti della resistenza, che dire degli iracheni e degli afgani, che hanno combattuto valorosamente e tenacemente contro una potenza straniera selvaggia quanto la Russia? Perché non sono stati esaltati? Perché agli Stati Uniti non sono state imposte sanzioni? Perché anche a coloro che hanno difeso i loro paesi dall'invasione straniera in Medio Oriente, compresi i palestinesi sotto l'occupazione israeliana, non sono state fornite migliaia di armi anticarro, anti-corazza, antiaeree, elicotteri, droni "Kamikaze" , centinaia di sistemi antiaerei Stinger, missili anticarro Javelin, mitragliatrici e milioni di munizioni? Perché il Congresso non si è affrettato ad approvare anche per loro un pacchetto da 13,6 miliardi di dollari per fornire assistenza militare e umanitaria, oltre agli 1,2 miliardi di dollari già forniti all'esercito ucraino?

Beh, sappiamo perché. I nostri crimini di guerra non contano, e nemmeno le vittime dei nostri crimini di guerra. E questa ipocrisia rende impossibile un mondo basato su regole, che rispetti il diritto internazionale.

Questa ipocrisia non è nuova. Non esiste alcuna distinzione etica tra i bombardamenti a saturazione effettuati dagli Stati Uniti sulle popolazioni civili a partire dalla seconda guerra mondiale, compresi Vietnam e Iraq, e gli attacchi ai centri urbani da parte della Russia in Ucraina o gli attacchi dell'11 settembre al World Trade Center. La morte di massa e le palle di fuoco sulla linea dell’orizzonte di una città sono i biglietti da visita che abbiamo lasciato in tutto il mondo per decenni. I nostri avversari fanno lo stesso.

Link all'articolo su Axis of logic: http://axisoflogic.com/artman/publish/Article_91868.shtml


(Fonte della foto: Google / MLive)


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