Italianismi nella lingua danese
Offro qui, per consultazione e riferimento disponibile agli studiosi, ma anche a quanti siano a vario titolo interessati alle relazioni linguistico-culturali tra il danese e l'italiano, il prospetto stilato anni addietro per il progetto L'italiano nel mondo, coordinato, negli anni tra il 2005 e il 2009, da Luca Serianni, Lucilla Pizzoli e Leonardo Rossi. L'ampia ricerca, nonostante la notevole mole di dati raccolti, non venne infine pubblicata per decisione dell'editore, che abbandonò il progetto ormai prossimo alla conclusione. Un'anteprima del lavoro è ancora consultabile sul sito della Treccani (editore diverso dal quello che aveva rinunciato alla pubblicazione).
Presento anzitutto il mio contributo destinato al primo volume dell'opera, che offre un quadro d'insieme degli italianismi nel danese. Ho apportato una sola modifica al saggio originale, relativa all'indicazione del numero complessivo degli italianismi nella lingua scandinava (e, come conseguenza, al numero degli italianismi nella musica, che rappresenta l'ambito più numeroso). Il numero di 289, primo risultato delle miei ricerche, è stato infatti incrementato di ulteriori 51 a seguito delle segnalazioni di Leonardo Rossi derivanti, in particolare, da una verifica incrociata con gli italianismi nell'islandese, portando il totale a 340. Ho provveduto, pertanto, a riprendere in mano la corrispondenza con L. Rossi, giacché al tempo dello svolgimento del lavoro la sopraggiunta rinuncia dell'editore a procedere alla pubblicazione mi dissuase per il momento dall'aggiornamento puntuale degli ultimi risultati delle ricerche. Per alcuni di questi italianismi aggiuntivi le notizie sono più scarne. Ripercorrere il vecchio sentiero invita a indugiare e cercare ancora, tuttavia ho preferito dare priorità, intanto, alla necessità di aggiornare il censimento degli italianismi.
Oltre al saggio, rendo disponibile anche il regesto degli italianismi nel danese. L'elenco sarebbe confluito nel secondo volume dell'opera, costituito dal dizionario degli italianismi vero e proprio. Il dizionario avrebbe dovuto riportare gli italianismi in ordine alfabetico e, all'interno della voce del lemma di ciascuno, l'indicazione di tutte le lingue nelle quali l'italianismo è stato recepito con le relative attestazioni. Venuto meno il progetto e mutate le esigenze, ho impostato il regesto partendo dal lemma danese, riportandone a fianco la base italiana di partenza. Il nuovo censimento degli italianismi nel danese così ottenuto si propone di estendere l'importante lavoro di K. Nyrop (1922). Manca, invece, ad oggi, un aggiornamento relativo agli ultimi quindici anni circa e, dunque, agli eventuali nuovi italianismi entrati nell'uso del danese, dal momento che questa mia sistemazione cerca, fin troppo tardivamente, di rendere giustizia a un lavoro non coronato da fortuna editoriale. essa si attesta, dunque, alla fine degli Dieci del Duemila. Di eventuali manchevolezze mi assumo la responsabilità. Per quanto posso, spero possa essere utile. In riconoscente memoria di Luca Serianni.
(14 luglio 2024)
Pier Paolo Caserta
Danese1
1. Profilo
Il danese è la lingua ufficiale della Danimarca ed è parlato dai suoi circa cinque milioni di abitanti. Costituisce inoltre la seconda lingua ufficiale delle isole Fær Øer e della Groenlandia (territorio autonomo dal 1978, ma sotto la sovranità della corona danese). Anche la variante Bokmål della lingua norvegese va riguardata, dal punto di vista strettamente linguistico, come un dialetto danese, anche se le più ampie circostanze storico-culturali inducono a tener distinte le due lingue.
Le caratteristiche del danese, all’interno della circoscritta base territoriale che ne supporta l’uso, sono relativamente omogenee, con alcune tipicità a livello regionale.
Il danese è una lingua germanico-scandinava o, seconda una classificazione diversa ma equivalente, appartiene alla famiglia linguistica del germanico settentrionale (Andreotti Saibene-Comena 1979), insieme allo svedese, al norvegese e all’islandese. Con la parziale eccezione dell’islandese, che va considerata la lingua più arcaica del gruppo, le lingue scandinave presentano un grado elevato di omogeneità e sono strutturalmente simili.
I rapporti con le altre lingue germaniche sono sempre stati intensi ma discontinui e le diverse ricostruzioni, che pure sono state proposte, hanno tuttavia un valore ipotetico; di certo, il danese viene notevolmente influenzato, sin dai suoi esordi, dal basso-tedesco, lingua dalla quale, attraverso gli scambi commerciali, prende molti termini in prestito. Per quanto riguarda i rapporti con l’inglese, esistono prove convincenti di un’influenza importante del danese nella fase di formazione dell’inglese (Geipel 1971), mentre dall’inglese il danese ha importato, come è comprensibile, un numero crescente di prestiti a partire dalla seconda metà dell’Ottocento.
Tra le lingue che non appartengono al gruppo germanico, il francese è quella di gran lunga più rappresentata nel vocabolario del danese.
2. Situazione lessicografica
La Danimarca può vantare una tradizione molto solida sia, com’è ampiamente noto, per la teoria generale del linguaggio sia, in misura leggermente minore, nel campo degli studi lessicologici e lessicografici.
Tuttavia, i rapporti tra il danese e l’italiano sono complessivamente poco esplorati. Il repertorio più adeguato degli italianismi nella lingua danese resta probabilmente il lavoro pionieristico di K. Nyrop (Nyrop 1922), che getta un ampio sguardo sul contesto storico-linguistico del transito di un centinaio di vocaboli, prevalentemente di valenza culturale rilevante, suddivisi secondo gli ambiti lessicali principali.
Per quanto riguarda la lingua italiana, esiste un diffuso – e crescente – interesse, non solo a livello accademico, legato alla tradizione dell’italiano come lingua ‘alta’ e, più in generale, alla dimensione artistica e culturale che però, anche in questo caso, si è tradotto in studi letterari e filologici di ottimo livello, piuttosto che in un’esplorazione sistematica delle relazioni linguistiche tra l’italiano e il danese nel loro sviluppo storico.
Sono comunque disponibili strumenti lessicografici moderni di impostazione rigorosa, sia cartacei (ODS, che dà conto dell’etimologia del lemma) sia elettronici (PEO); sono inoltre disponibili dizionari etimologici della lingua danese, alcuni dei quali (PNO 1992; DEO 1969) di eccellente livello.
3. Metodo adottato per la raccolta degli italianismi
Il lavoro di ricerca si è dunque concentrato soprattutto sui dizionari e su poche, selezionate fonti monografiche. Per quanto riguarda le seconde, un accurato repertorio degli italianismi, suddivisi per ambiti lessicali, è reperibile nel citato Nyrop 1922, da cui si è tratto un primo blocco di italianismi. La selezione degli italianismi è stata completata e aggiornata attraverso lo spoglio sistematico di ODS, PEO e PNO. L’ultimo, in particolare, è un dizionario etimologico che fornisce di norma anche informazioni sul contesto del transito e, in alcuni casi, sulla data o il periodo di prima attestazione.
Queste informazioni sono state verificate attraverso un controllo incrociato sia con lo stesso Nyrop 1922 − il quale non si limita a fornire un semplice elenco degli italianismi, ma si sofferma in modo approfondito anche sulle circostanze storico-culturali del transito di parecchi vocaboli − sia con DEO, molto accurato invece per quanto attiene all’ambito strettamente lessicale (notazioni sulle lingue tramite e sulle diverse successive forme assunte dai vocaboli).
Ulteriori approfondimenti sono stati condotti sulle fonti monografiche segnalate dalle opere sopra indicate, mentre alcune entrate più recenti, non ancora attestate nei dizionari, come ciao e spaghetti, provengono da segnalazioni orali.
4. Valutazione d’insieme degli italianismi
Gli italianismi così reperiti nel danese ammontano a 340 vocaboli, perlopiù concentrati in ambiti ben definiti. Basti pensare al repertorio per la musica (in questo campo si concentrano ben 75 italianismi, cioè oltre il 20% del totale), che il danese ha preso in blocco dall’italiano, non diversamente da altre lingue dell’Europa centrale e settentrionale. La storia del transito degli italianismi musicali ha le sue radici nei primi decenni del Seicento (sebbene l’adozione dei termini per la musica da parte del danese sia stata graduale e, in alcuni casi, sensibilmente posteriore alla creazione in italiano), un’epoca che vede la nascita dell’Opera nell’Italia settentrionale e, più in generale, periodo di incontrastata superiorità italiana nel campo della musica. La maggior parte dei prestiti dall’italiano per la terminologia musicale è stata dunque acquisita dal danese nella forma originaria, con pochissimi adattamenti. Qualche esempio: allegro, andante, koncert, madrigal, sopran, tenor e, naturalmente, la stessa parola opera.
Il Rinascimento è un periodo di grande vitalità della lingua italiana, ed è grosso modo alla stessa epoca che va fatta risalire, in ultima analisi, l’adozione da parte del danese di prestiti dall’italiano in altri ambiti rilevanti, come la scienza militare, il cui lessico arriva al danese quasi sempre tramite il francese. Il contesto di questo transito è fornito dalle guerre tra Francia e Spagna di fine Quattrocento e inizio Cinquecento, che hanno nell’Italia il loro inerte campo di battaglia. Il successivo strapotere militare della Francia favorirà la diffusione della terminologia militare – a base appunto prevalentemente italiana – in tutta Europa.
Un altro settore particolarmente fruttuoso per la penetrazione degli italianismi nella lingua danese è quello della finanza e del commercio, campo nel quale l’Italia vantava un’assoluta primazia. Sono derivate dall’italiano bank, giro, konto, netto, valuta ecc., anche in questo caso con adattamenti modesti.
Infine, non va sottovalutato il ruolo di mediazione svolto dalla lingua italiana, per la natura del contesto geografico e delle vicende storiche che l’hanno caratterizzata, tra la lingua araba e il danese, al pari di altre lingue europee e nord-europee. Così, nel danese troviamo le parole algebra, arsenal, artiskok (‘carciofo’, dalla forma italiana settentrionale articiocco), scirocco, sukker (‘zucchero’) e altri vocaboli di origine araba, ma arrivati tutti tramite l’italiano o i suoi dialetti.
Complessivamente, la qualità e la tipologia degli italianismi nel danese rivelano un quadro coerente con la forte percezione dell’Italia come paese d’arte e di cultura, meta ininterrotta, da secoli, di viaggi artistici e di studio.
Nel Novecento è invece possibile tracciare un sensibile spostamento degli ambiti lessicali più prolifici per la penetrazione degli italianismi. Si registra infatti una chiara prevalenza delle parole riguardanti il cibo e gli alimenti, fenomeno del quale è difficile non scorgere la valenza anche culturale, portato di un mutato contesto degli scambi e dei rapporti tra i due paesi.
5. Corrispondenze grafico-fonetiche
L’alfabeto danese è composto dalle stesse lettere di quello inglese, con l’aggiunta, dopo z nell’ordine alfabetico, delle vocali Æ/æ, Ø/ø, Å/å.
La lettera å ha rimpiazzato la ‘aa’ (per esempio aaben → åben ‘aprire’) a seguito della riforma fonetica del 1948, attuata allo scopo di allineare la pronuncia al norvegese e allo svedese. La grafia ‘aa’ in luogo di ‘å’ sopravvive tuttavia nell’onomastica e nella toponomastica.
Ci limitiamo, in questa sede, a segnalare le corrispondenze grafico-fonetiche che presentano maggiori difficoltà per il lettore italiano, con particolare riguardo alle tre vocali caratteristiche dell’alfabeto danese, le cui diverse pronunce sono schematizzate di seguito:
Å [å:] [å] [כּ:] [כּ]
Ø [ø:] [ø] [œ:] [œ]
Æ [ε:] [ε]
Anche le altri vocali hanno un’ampia gamma di possibilità di pronuncia, conferendo così al sistema fonetico del danese un grado notevole di complessità. In generale, ogni vocale può essere sia breve sia lunga, in conformità ai suoni corrispondenti dell’inglese, ma con alcune eccezioni che nell’inglese non trovano puntuale corrispondenza: [e:], per esempio in dele ‘dividere’, è pronunciata come il francese les; [a:], come in male ‘dipingere’, si pronuncia analogamente ad a nell’inglese bad ma leggermente più aperta; [α], per esempio in pragt ‘splendore’ si pronuncia come ea nell’inglese heart, ma più breve.
Merita inoltre qualche rapido cenno la pronuncia di alcune consonanti che presentano sonorizzazioni specifiche della lingua danese: in primo luogo la pronuncia di d, che è [ð] dopo una vocale (come in mad ‘cibo’) o quando c’è raddoppiamento (come in sidde ‘sedere, star seduto’), mentre è muta nelle combinazioni –ld e –nd (come in mand ‘uomo’) e in parole che finiscono in –ende e in –rd. Analogamente, g è pronunciata [j] oppure muta dopo i, e, æ, a, y, ø (come in krig ‘guerra’ o dag ‘giorno’), ed è muta in alcuni casi nella combinazione –ld e sempre dopo u, mentre si pronuncia [u] dopo ra, r, o, å, come in bog ‘libro’ o sorg ‘dolore’; z si pronuncia normalmente [s], mentre zz si pronuncia [ds] in alcuni prestiti italiani come pizza o mezzosopran. La l è muta in parole come skal (‘dovere’), skulle, til (‘verso’) o vil (‘volere’). La c – tranne isolati casi in prestiti, come charlatan o chef, dove il grafema ch vale [∫] - si pronuncia [s] prima di i, e, æ, y, ø, come in cykel ‘bicicletta’ o cirkus; [k], invece, nella maggior parte degli altri casi (come in computer, cafè o picnic). H si pronuncia [h] in hest ‘cavallo’ o in hotel, mentre è muta nelle combinazioni hj- e hv-, come in hjem ‘casa’ o hvad ‘cosa’.
Indicazioni bibliografiche
Allann, R. − Holmes, P. − Lundskær Nielsen, T.
2000 Danish: an essential grammar, Londra-New York, Routledge.
Andreotti Saibene, M.G. − Comena, M.
1979 Dal germanico alle lingue germaniche, Firenze, Cisalpino-Goliardica.
DEO
1969 Dansk Etymologisk Ordbog (trad. it.: “Dizionario etimologico della lingua danese”), Copenhagen, ed. Gyldendal.
Geipel, J.
1971 The Viking legacy: the Scandinavian influence on the English and Gaelic Languages, Newton Abbot, ed. David & Charles.
GRO
1998, Gyldendals Røde Ordbøger – dansk/italiensk (trad. it.: “Dizionario danese/italiano”), Copenhagen, ed. Gyldendal.
Mioni, A.M.
1988 Lingue germaniche moderne. Strutture, diffusione, storia, Padova, Unipress.
Nyrop, K.
1922 Italiensk ord i dansk (trad. it.: ”Parole italiane nella lingua danese”), Copenhagen, Andr. Fred. Høst & Søn.
ODS
1966 Ordbog over det Danske Sprog (trad. it.: ”Dizionario della lingua danese”), Copenhagen, ed. Gyldendal, 28 voll.
PEO
1999 Politikens Elektroniske Ordbøger (trad. it.: ”Dizionario elettronico della lingua danese”), [dizionario su cd-rom].
PNO
1992 Politikens Nudansk Ordbog (trad. it.: ”Dizionario della lingua danese”), Copenhagen, Politikens Forlag A/S.
Ramat, P.
1983 Introduzione alla linguistica germanica, Bologna, Il Mulino, 2a ed.1988.
Sørensen , I.
1990 Gads Operaleksikon (trad. it.: ”Dizionario dell’Opera”), Copenhagen, Gads Forlag, [II edizione] 1999.
1 Ringrazio la Dott.ssa M. Adelaide Zocchi dell’Accademia di Danimarca di Roma per la cortese disponibilità e collaborazione e il Dott. Mads Nyegaard Outzen, per aver collaborato al censimento degli italianismi novecenteschi; desidero inoltre esprimere la mia gratitudine al Prof. Anders Toftgaard del Dipartimento di lingue romanze dell’Università di Copenhagen e al Prof. Martin Schwartz Lausten, docente di Storia della Chiesa presso la stessa Università, per essersi adoperati con cortesia e sollecitudine al reperimento di fonti e attestazioni successivamente confluite nella redazione della voce “soldat”.
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