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L'indipendenza dell’Algeria

L’Algeria dall’inizio della colonizzazione francese all’indipendenza (1830-1962)

Sebbene i movimenti di liberazione nazionale avessero conosciuto nel periodo compreso tra le due guerre mondiali un importante sviluppo, fu la Seconda guerra mondiale a fornire ai processi di decolonizzazione l'impulso decisivo. Nell'ambito dell'indipendenza dei Paesi del Maghreb, il caso più travagliato e drammatico fu rappresentato dalla lotta di liberazione in Algeria. 

L’avvio della conquista sotto Carlo X

 

La conquista francese dell’Algeria venne avviata nel luglio del 1830, nel tratto conclusivo del regno di Carlo X, e procedette per gradi nei successivi quattro decenni, contrastata dalla resistenza degli algerini. Negli anni del Secondo impero francese (1852-1870), la grandeur coltivata da Napoleone III spinse a consolidare il dominio sull'Algeria. Nello stesso periodo, la Francia si annetté la Nuova Caledonia, avviò la penetrazione in Senegal (1854), istituì un protettorato sulla Siria (1860). Tentò anche, stavolta senza successo, un intervento militare in Messico con Spagna e Gran Bretagna. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[fonte immagine: Wikimedia: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:French_Algeria_evolution_1830-1962_map-es.svg]

La colonizzazione francese dell’Algeria

  • B. Manacorda, A. Nouschi, Gli europei in Algeria dal 1830 al 1954 in Studi storici, anno 5, n. 4 (ottobre-dicembre 1964), pp. 675-690.

L’occupazione e la colonizzazione francese hanno costituito per l’Algeria una vera e propria rivoluzione. È vero che il Paese aveva conosciuto in tutti i tempi occupazioni straniere, e l’ultima, quella dei Turchi, durava da tre secoli, ma non era stata una “colonizzazione” nel vero senso della parola, perché la terra era rimasta nelle mani dei possessori tradizionali, e il sistema non aveva subito profonde modifiche a favore dell’impero ottomano. L’occupazione francese di Algeri, invece, provoca un rivolgimento generale dapprima in Algeria, e poi nel Maghreb. Infatti, centinaia, poi migliaia e decine di migliaia di europei entrano in forze al seguito degli eserciti , passando da 3.288 nel 1831 a 272.000 nel 1870, a 681.000 nel 1911 e a 984.000 nel 1954. I francesi, all’inizio assai meno numerosi degli altri stranieri, colmarono lo svantaggio a partire dal 1855 e da allora in poi li superarono.

  • C. Canestrari, L. Colajanni, M. Pazienti, La colonizzazione del territorio: il modello francese. L’Algeria tra il 1830 e il 1962.

Tra il 1830 e il 1962 l’Algeria è stata utilizzata come colonia di popolamento della “metropoli” francese, e questo processo ha determinato trasformazioni radicali nell’organizzazione delle sue campagne e delle sue città.

I “piani di colonizzazione” di Algeri, Costantina e Orano; la diffusione della vite coltura estranea alle abitudini locali sulle terre migliori; gli ostacoli posti all’industrializzazione della colonia; la proliferazione dei villaggi rurali popolati da coloni europei; l’espulsione e poi la fuga dei contadini algerini verso le città della costa; la messa a ferro e fuoco delle campagne durante le guerre di liberazione (…), un’esperienza che non ha eguali quanto a profondità, estensione e durata nella storia del colonialismo europeo.

La guerra d’Algeria e l’indipendenza

L’indipendenza dell’Algeria si colloca nel quadro del fenomeno della decolonizzazione (vedi), cioè della progressiva conquista dell’indipendenza dalle ex potenze coloniali europee da parte di molte nazioni afro-asiatiche, avvenuta nel secondo dopoguerra. La colonizzazione, come abbiamo visto, aveva profondamente modificato l’assetto sociale della colonia. All’inizio degli anni Cinquanta vivevano in Algeria circa un milione di francesi, che non intendevano rinunciare alla loro condizione di privilegio rispetto al resto della popolazione, che ammontava a circa 9 milioni. Gli equilibri sociali, però, non potevano persistere a lungo immobili, anche per via del contributo dato dall’Algeria alla Francia nella Seconda guerra mondiale, che aveva agito come potente leva di consapevolezza. Il governo francese si risolse a questo punto ad alcune concessioni parziali, che si rivelarono insufficienti. Per altro, il movimento nazionalista e di liberazione si radicalizzò in concomitanza con il successo della rivoluzione nasseriana in Egitto. Nel 1954 il Fronte di liberazione nazionale (FLN), organizzazione clandestina nata a Il Cairo, non disposta ad accettare alcuna soluzione di compromesso e dunque votata al solo obiettivo della piena indipendenza, innescò una rivolta che si diffuse in tutta l’Algeria e sfocò nella durissima battaglia di Algeri (1957), che assunse i tratti di una vera e propria guerra civile, opponendo il FLN alle autorità coloniali. Queste ultime non esitarono a fare ricorso a rastrellamenti, torture ed esecuzioni. In questo quadro drammatico, con la situazione sotto i riflettori della comunità internazionale, risultò decisiva la figura di Charles de Gaulle, il generale uomo guida della resistenza francese contro il nazismo. Divenuto Presidente del Consiglio, De Gaulle riuscì prima far approvare con un plebiscito una nuova Costituzione semi-presidenziale, quindi a farsi eleggere presidente della Repubblica. Da questa posizione, avendo compreso la necessità storica di rinunciare alla colonia, avviò trattative con il FLN, che nel 1962 condussero all’indipendenza dell’Algeria.

La guerra d’Algeria, quindi, determinò anche la fine della IV Repubblica in Francia (1946-1958) .

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