I pilastri dell'illuminismo: ragione, felicità, libertà, tolleranza
Gli illuministi mettono al centro della loro visione e delle loro battaglie alcuni valori fondamentali:
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ragione
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felicità
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libertà
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tolleranza
Sono concetti ai quali forse siamo abituati e si potrebbe avere la tentazione di darli per scontati. In questo caso, e specie per chi si accosti allo studio dell’Illuminismo, è bene azzerare le sovrastrutture e ripartire dall’inizio. Del resto, riflettendo su questi termini ci si rende conto che la gamma semantica di ciascuno di essi è ampia. L’Illuminismo ha messo al centro la ragione. D’accordo, ma quale ragione? Intesa in che modo, quale modello, o quale ideale di ragione propugna? Non meno rilevanti per ampiezza sono le opzioni che si aprono nel momento in cui si tenti di definire il concetto di libertà.
In realtà, ciascuno dei succitati pilastri viene inteso dagli illuministi in senso diverso e innovativo rispetto al passato e su ciascuno, dunque, occorre mettere a fuoco gli elementi di discontinuità. Quanto alla ragione, il modello che hanno in mente i philosophes coincide largamente con l’ideale della scienza newtoniana. Il metodo della scienza deve consentire all’uomo di rischiarare crescenti zone d’ombra, di conseguire dunque nuove conoscenze. Ma non basta dire questo. Gli illuministi aggiungono anche la decisa istanza dell’uso pubblico della ragione, sostenuta dalla convinzione che la ragione debba essere messa a disposizione di tutti e servire a migliorare la società, nel quadro di una visione progressiva della storia e progressista della società. Il concetto di ragione proprio dell'illuminismo non potrebbe dunque essere compreso al di fuori della forte spinta riformatrice che lo contraddistingue.
Quanto mai esemplificativa, da questo punto di vista, è l’Encyclopédie, l’antesignana di ogni futura enciclopedia, nella quale si traspone appunto il nesso tra ideale scientifico e condivisione dei risultati ai quali la ragione scientifica permette di pervenire, per metterli al servizio dell’incremento della conoscenza e, in ultima analisi, del progresso e dell’emancipazione dell’intera società.
Altro architrave della visione illuministica, la felicità diventa ora lo scopo della vita, intendendo dunque questa vita. Si afferma, cioè, una concezione laica e mondana dell’esistenza, dalla quale si vuole espellere ogni influenza della religione. Il raggiungimento della felicità non è più delegato ad una vita ultraterrena, ma è qualcosa che ciascun individuo può raggiungere, e ha il diritto di cercare di raggiungere, in questa vita. Le istanze connesse al tema della felicità sollevate dai philosophes verranno espressamente recepite per la prima volta in un importante documento ufficiale nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776, nella quale si trova il seguente esplicito riferimento: "che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono detentori di diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà, e la ricerca della Felicità: "che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono detentori di diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà, e la ricerca della Felicità (...)".
Anche la libertà viene ora sganciata dal tradizionale significato che assumeva nell'assetto sociale tipico dell'Ancient regime, nel quale, occorre ricordare, non esistevano gli individui considerati come destinatari di diritti (e doveri), bensì le comunità alle quali gli individui appartenevano ed erano strettamente legati nella loro identità (identità collettiva); nell’Ancient regime "le libertà", declinate sempre al plurale, erano dunque sinonimo di privilegi. La libertà viene ora declinata al singolare dai philosophes, che così profondamente hanno contribuito a scardinare l’assetto sociale e culturale di Ancien regime. Si vede bene come, nel loro nesso essenziale, felicità e libertà abbiano qualcosa di forte in comune nella nuova declinazione illuministica, e cioè il comune riferimento all’individualismo. L’individuo è ora, sulla scorta del liberalismo di John Locke, filosofo inglese tra i grandi maestri dei Lumi, fatto destinatario di diritti naturali considerati inalienabili.
Infine, tipicamente illuministica è la tolleranza, intesa in primo luogo come accettazione di opinioni diverse contro ogni imposizione autoritaria del potere.