Due narrazioni mediatiche molto diverse per le stragi di massa
Il racconto dei media sulla strage di Las Vegas conferma una volta in più che per le stragi di massa esistono due distinte narrazioni mediatiche: una, se l’assassino è nero, musulmano, latino-americano; l’altra, se è bianco. Nel primo caso è un terrorista, nel secondo un “lupo solitario”, un “isolato”, uno “spostato”.
La narrazione dei media su Stephen Paddock, l’omicida di massa di Las Vegas, sottolinea in modo incessante due aspetti: che l’uomo faceva uso di psicofarmaci; e il fatto che il piano omicida sia stato preparato nei minimi dettagli. I due aspetti lavorano per una stessa e unica immagine finale: l’accaduto deve spiegarsi con la lucida follia di un “isolato”, di un “lupo solitario”, di uno “spostato”.
Eppure, basterebbe ragionare anche solo un pochino per rendersi conto che tutto l’impianto sul quale si regge questa narrazione è completamente deduttivo. Se c’è una voce, oltre alla vendita di armi da fuoco, nella quale gli Stati Uniti vantano un primato, questa è il consumo di psicofarmaci, che d’altra parte ovunque e nel mondo sviluppato in particolare ha assunto proporzioni di massa. E, quindi, se su un piano generale gioverà di certo riflettere sul livello di nevrosi delle nostre società, nello specifico non mette capo a nulla pretendere che insista un nesso di causa-effetto la cui sottolineatura è solo strumentale e sensazionalistica. E non è in fondo del tutto tautologico dire che uno che imbraccia un’arma da fuoco e spara sulla folla uccidendo decine di persone, o usa un camion per ottenere lo stesso aberrante risultato, non deve stare tanto bene con la testa?
In Europa, tra i Paesi con il più elevato consumo di psico-farmaci è la Francia, e anche Mohamed Lahouaeiej Bouhlel, l’autore della strage di Nizza, aveva trascorsi di problemi di natura psichiatrica. Ma era anche musulmano – e poco male se pochissimo osservante. In quell caso, l’elemento etnico-religioso sovrastò immediatamente quello psichiatrico, tanto che Valls per primo di affrettò ad asserire la matrice jihadista dell’attentato, senza che esistesse alcun legame evidente dell’omicida con l’Isis. Su Bouhlel si insisté meno sul fatto che fosse uno “spostato” perché era anche musulmano! Esattamente allo stesso modo credo non si possa dubitare che se anche l’omicida di Las Vegas fosse stato arabo e/o musulmano, nero, latino-americano ecc., Trump ci sarebbe andato a nozze.
La conclusione è una ed è chiara: per le stragi di massa esistono due distinte narrazioni mediatiche: una, se l’assassino è nero, musulmano, latino-americano ecc. l’altra, se è bianco. Nel primo caso è un terrorista, nel secondo un “lupo solitario”, un “isolato”, uno “spostato”.
(Pier Paolo Caserta su Sinistra per Canosa, 04-10-2017)