Non mi sono finora pronunciato sulla grande questione del momento, quella "dito medio". Senza alcuna riflessione, è partita, immediata, la guerra tra bande: "Risponde a Salvini con lo stesso linguaggio" contro "è una ragazzata" e via di seguito '"E se lo avesse fatto a Mattarella" e "Si vergogni" ecc. ecc. In tutti questi casi, dando per scontato che il gesto fosse un' offesa rivolta a Salvini.
Eppure sarebbe bastato osservare l'immagine e prendersi un momento per riflettere, per capire che quel dito medio non era rivolto a Salvini, bensì verso la videocamera; se il destinatario fosse stato l'ex ministro dell'Interno, il dito medio sarebbe stato rivolto verso di lui. Doveva, quindi, essere chiaro da subito che il messaggio, il dito medio, era rivolto, invece, verso un ricevente con il quale la ragazza ha un gioco sottinteso, un rimando senza il quale il contenuto informativo della foto scattata non è completo, insomma un retroscena non conosciuto a chi osserva: "Vedi...?".
E, in questo caso, un dito medio mostrato ad un amico e con ogni probabilità non pensato per la diffusione è cosa grave? Soltanto un imbecille e un bacchettone ipocrita può pensarlo. Abbiamo avuto, in compenso, schiere di politicanti che hanno esibito il dito medio per mostrare a tutti, diciamo così, il loro scarso interesse per determinate questioni, compresa la presunta vittima del caso.
Non ci voleva una laurea in scienze della comunicazione, bastava osservare e prendersi un momento per pensare, invece no, sono bastati i tre elementi Salvini-ragazza-dito medio presenti nell'immagine amplificata dai social per scatenare tutto il feroce arsenale delle reazioni emotive, prive di mediazione. Pro e contro. Tutti a guardare il dito (medio) invece delle luna.
Da parte sua, quel gran signore di Salvini ha consentito che si procedesse al linciaggio digitale della ragazza, raggiunta dai messaggi di non pochi energumeni, insultata, minacciata.
Chi ha trovato il tempo per prendere posizione su quella foto, contribuendo a far finire Erika nel tritacarne dei social, dovrebbe prendersi molto meno tempo, due minuti, per leggere l'amaro chiarimento fornito sulla vicenda (qui), a quanto sembra, dalla diretta interessata. Leggo che l'originalità della lettera non sarebbe certa, ma in attesa di conferme lo scritto è utile, a mio parere, perché verosimile, cioè offre un racconto dell'immagine molto più credibile rispetto alle versioni circolate.
I social hanno una capacità senza precedenti di suscitare prese di posizione tanto nette quanto emotive. Ma questo può avere delle conseguenze molto dolorose per chi viene travolto da questo oceano in piena.
Credo che dovremmo riflettere tutti di più su come possiamo disinnescare questo meccanismo. Un modo è mediare, fermarsi a pensare, sempre un momento in più. L'infame meccanismo richiede il nostro commento immediato, emotivo, netto e schierato. Prende molti più like. Ci richiede di cavalcare l'onda emotiva. In questo modo funge al contempo, ovviamente, anche come potentissima arma di distrazione di massa.
Ci si può rifiutare.
Non commentando un evento subito, per esempio. Aspettando di essere noi stessi alla debita distanza emotiva. Dopo aver osservato, ragionato, approfondito. Soffermiamoci. Concediamoci di arrivare fuori tempo massimo. Anzi, scegliamo consapevolmente di farlo. Quando l'onda emotiva si è esaurita. Riflettiamo di più, chiederemo, così, facendo, più impegno ai nostri contatti nel leggerci, ma saremo pronti a contraccambiare, lavoriamo per innescare una spirale virtuosa. Atrimenti ci sarà sempre qualcuno che paga. Il mostro ha bisogno delle sue vittime sacrificali, ma noi almeno qualcosa per disinnescarlo lo possiamo fare.
(22-12-2019)
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